Una vita per l’Africa, BABA CAMILLO a Kipengere: il vangelo in azione

(scritto tratto dai lavori dei bambini delle elementari di Ala – Trento)

Camillo Calliari nasce a Romeno (Val di Non) l’8 aprile del 1939, in una famiglia di contadini. Fin da bambino coltiva un grande sogno: andare in Africa per aiutare le persone più povere e bisognose. Il suo sogno si realizza quando, diventato missionario della Consolata, viene mandato in Tanzania: è il 1969. La sua prima missione è quella di Kisinga e, a quel tempo non c’era ancora nemmeno la chiesa, però nelle semplici camere dei padri c’era un grande lusso: l’acqua corrente! Il piccolo acquedotto della missione era l’unico presente in tutta la zona. Osservando la gente, soprattutto le donne, che ogni giorno erano costrette a scendere fino in fondo alla valle per attingere l’acqua, padre Camillo sente che deve fare qualcosa per migliorare la situazione perché senza acqua potabile nelle vicinanze, la vita è impossibile, anche perché questa situazione contribuisce alla proliferazione di molte malattie come il colera. Nelle missioni dove viene mandato negli anni successivi, il suo impegno più grande sarà proprio dedicato alla costruzione di acquedotti, che oggi vengono utilizzati da più di 16.000 persone.

Il missionario è una persona che decide di lasciare la propria casa per andare ad annunciare Gesù a quei popoli che ancora non hanno conosciuto il Vangelo. Il missionario può essere un religioso (che celebra la messa) o laico (anche con famiglia). Spesso parte per paesi lontani in cui si vivono situazioni difficili (povertà, guerre, siccità) ed alla gente manca quasi tutto. Per questo insieme al Vangelo, si occupa per quanto possibile dei bisogni fondamentali. Ci vuole molta fede e grande coraggio per superare le difficoltà. Serve una lunga preparazione e tanta voglia di aiutare e di dare speranza.

Padre Camillo attualmente vive ed opera nel villaggio di Kipengere, una missionead alta quota: le montagne toccano i 2200 metri e fa freddo tutto l’anno. Nei dintorni del villaggio ci sono molti campi che vengono coltivati a grano, patate, granturco e fagioli e si allevano capre. mucche e maiali. Dato il clima freddo, con i giovani del luogo, padre Camillo ha ideato una piccola fabbrica che produce stufe a legna: le donne ne sono entusiaste perché prima si usava solo il focolare tradizionale (costituito da tre pietre), che era fuori dalla casa per il fumo e la cenere abbondante che produce, la stufa invece si tiene nell’abitazione; non fa fumo, riscalda e permette una cottura migliore dei cibi. A Kipengere, prima del suo arrivo c’erano solo 4 falegnami e 2 muratori. Grazie all’entusiasmo dei giovani, e di Baba Camillo si è riusciti a organizzare una vera scuola professionale, frequentata dai maschi, che diventano falegnami, e dalle femmine che imparano cucina, orticultura, allevamento degli animali da cortile, inglese, taglio e cucito. Questa scuola permette ai ragazzi di imparare un lavoro che sarà utile per tutta la comunità. Nella missione però si trova anche la scuola primaria (elementari e medie), frequentata da circa 600 alunni divisi in otto classi con 40-50 alunni, seguiti da una decina di insegnanti. Nel 2002 è stata aperto un centro d’accoglienza per bambini rimasti orfani a causa dell’AlDS, abbandonati e malnutriti. Ma come è riuscito Baba Camillo a realizzare tutto questo? Prima di tutto grazie alla buona volontà della sua gente, che non si accontenta di ricevere qualche donazione, ma che vogliono migliorare Ia propria vita e quella della gente con l’impegno e il lavoro. Poi ci sono i volontari e gli amici dell’associazione Ala-Kipengere e di tante altre associazioni che, ogni anno si danno da fare con moltissime attività per finanziare tutti questi progetti.