Caro Baba Camillo…

Ora starai finalmente godendoti la quantità di valuta celeste che hai messo da parte nei tanti anni di opere missionarie. E dicendo “valuta celeste” con la tua consueta bonarietà ci facevi sorridere, come per altre tue espressioni colorite, ma tu eri serio e non ridevi, come quando mostrandoci le tue grosse mani consumate dal lavoro ti premuravi di specificare “professione prete”, artigiano del fare evangelico che in mille modi ha dato, consolato e costruito per tante persone povere e svantaggiate in terra d’Africa.

Quando ci spiegavi la parabola del Buon Seminatore, raccontavi di un contadino attivo e generoso, apparentemente distratto che semina dappertutto, anche dove non crescerà nulla, sapendo che anche il terreno fertile, però, non renderà sempre in proporzione alle aspettative e così la sera, al rintocco della campana, ti consegnavi al Signore salendo le scale della chiesa di Kipengere vestito nell’abito bianco col breviario in mano.

Grande Camillo, albero forte e maestoso come certi larici cresciuti dentro i boschi soleggiati della tua Romeno! Hai attirato lo sguardo e l’attenzione di molti, anche dei passanti distratti e sei diventato il punto di aggregazione per tanti cercatori di bene come noi. Abbiamo sognato e lavorato in tanti sotto la tua ombra, ragionando e discutendo di progetti e di cose da fare, cose spesso complicate e costose che miracolosamente però giungevano sempre a compimento.

Qualcuno dice che sotto un grande albero cresce poco o nulla, ma alcuni alberi, i più saggi come tu sei stato, più invecchiano più si innalzano, e assottigliandosi perdono le fronde più basse così che sembrano morire, ma la loro piccola cima verde e ondeggiante resiste e riflette gli anni trascorsi, con la lunga schiera di amici che oggi sono radunati in cerchio attorno alle tue radici come a volerti stringere in un ultimo caloroso abbraccio, con profonda ammirazione e gratitudine per l’esempio di amore e di autentica solidarietà che ci hai trasmesso.

Caro Camillo; oggi quell’albero anziano si è spento e siamo tutti tristi ma per niente scoraggiati, perché, se i tuoi rami si sono fermati tu non sei sparito, tanto che teniamo ancora gli occhi rivolti al Cielo ….. oltre le nuvole, a rievocare i ricordi più belli fin dove lo sguardo svanisce e si perde, dentro il manto amorevole di Maria Madre Consolata.

Noi continueremo ancora a chiamarti e a parlarti, come negli ultimi anni, quando le tue forze lentamente svanivano e le parole si facevano più rare, ma sempre capaci di esprimere il grande Baba che sei stato per tutti noi e la “mama” di numerosi bambini orfani, dentro l’orizzonte di una bontà sempre viva e mai vinta.

Grazie Baba Camillo per tutto quello che ci hai dato ed insegnato.

Riposa in pace e goditi la tua meritata valuta celeste.

Agosto 2022

Enrico Bertè